Procedimento amministrativo
Caro Collega,
riprendiamo a scrivere dopo una lunga pausa feriale che, se da una parte ci ha ritemprati, dall’altra però certamente non ci solleva dal triste rientro al lavoro.
In questo periodo di ferie ho dovuto, ob torto collo, lavorare forse anche più intensamente di quanto non faccia normalmente perche molti nostri colleghi sono stati revocati dalle competenti Prefetture, per i motivi più disparati e proprio nel periodo antecedente le ferie.
Al di la delle motivazioni che hanno indotto le varie Prefetture a prendere un così drastico provvedimento, colgo l’occasione per parlarti del provvedimento amministrativo come procedimento che la Pubblica Amministrazione attua al fine di addivenire al decreto di revoca, sospensione, incameramento della cauzione ecc….
Ti parlo del provvedimento amministrativo perché voglio darti dei suggerimenti in merito, che possono certamente far si che tu non debba, successivamente, ricorrere alle mie onerose prestazioni in sede giudiziaria.[ihc-hide-content ihc_mb_type=”show” ihc_mb_who=”1″ ihc_mb_template=”3″ ]
Generalmente il provvedimento amministrativo, nel diritto amministrativo appunto, indica un particolare tipo di atto con il quale un’autorità amministrativa manifesta la propria volontà, nell’esercizio dei suoi poteri.
Si tratta dell’atto tipico della Pubblica Amministrazione conclusivo di una sequenza di atti all’interno di un procedimento amministrativo supervisionato da un responsabile dello stesso procedimento amministrativo.
Tramite un provvedimento amministrativo si crea, modifica o estingue una determinata situazione giuridica soggettiva al fine di realizzare un particolare interesse pubblico affidato alla cura della pubblica amministrazione che ha posto in essere il provvedimento.
Il procedimento amministrativo, la cui normativa è determinata dalla legge 241/1990, contiene delle norme che sono poste al fine di salvaguardare i diritti costituzionali del cittadino quali, ad esempio, l’accesso agli atti e non ultimo, la possibilità di depositare delle memorie a propria difesa.
Quindi, qualora la Prefettura volesse revocarti, sospenderti o altro così come quando la tua richiesta di rilascio di nuova licenza o altra richiesta venisse respinta, l’Ufficio territoriale del Governo deve avviare un procedimento amministrativo il quale prevede tra l’altro e come detto, la possibilità preventiva di estrarre copia della documentazione in suo possesso e la possibilità di depositare memorie a difesa prima ancora che l’atto diventi definitivo.
E qui normalmente si cade in errore perché molto spesso riteniamo di essere nella condizione di poter redigere personalmente le memorie difensive necessarie per salvaguardare i nostri diritti o i nostri interessi legittimi.
Nulla di più sbagliato.
Nei casi di cui sopra, ti consiglio vivamente di farti aiutare da una persona estranea al rapporto Prefettura/soggetto licenziato, la quale non sia coinvolta sentimentalmente nella vicenda.
Può essere un Avvocato o un esperto quale ad esempio Piero Provenzano della FEDERPOL o chiunque altro di qualsivoglia associazione, a condizione che conosca approfonditamente la materia trattata.
Produrre delle memorie difensive dai contenuti giuridicamente ineccepibili, vuol dire evitare una revoca o una sospensione i cui risvolti economici sono noti a tutti.
E nel caso in cui non venga accolta, fatto questo non del tutto impossibile, si sono poste le basi per vincere un eventuale ricorso al TAR.
Pertanto ti consiglio caldamente di non redigere personalmente le tue memorie difensive in nessun caso, perché tutte le revoche che sto seguendo sono frutto appunto di incomprensioni tra la Prefettura e il soggetto autorizzato il quale ha frainteso le ragioni della P.A. oppure perché ha male esposto le proprie ragioni. Risalire la china in questi casi è molto arduo e mette in difficoltà anche l’avvocato che ti difenderà innalzi al TAR.
Personalmente sono più contento se mi chiamate per difendervi in sede giudiziaria per i motivi che potete ben immaginare, però se riuscite ad evitare questa seccatura, credo sia molto meglio per tutti. Quindi il mio consiglio è volto in questa direzione.
Un cordiale saluto.
Avv. Roberto Gobbi
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