In questi momenti di particolare frenesia si avvicendano, uno dietro l’altro in modo incalzante e frenetico, una quantità di comunicati, articoli e disposizioni di legge tali da ingenerare, anche nel più attento e acculturato lettore, un gran quantità di perplessità.
Aimè, e lo dico con rammarico, molto spesso i comunicati non sono un simbolo di intelligibilità.
Cercherò quindi, con questa comunicazione che mi auguro non cada negli stessi errori di cui sopra, di fornire un valido supporto a chi ha in atto un procedimento giudiziario o lo vuole instaurare.
Soprattutto, l’intento di questa comunicazione è di far emergere il rapporto tra cliente e avvocato in momenti in cui il lavoro legale viene prevalentemente svolto nella modalità smart working.
Appare evidente sottolineare che le cause civili, penali, amministrative e tributarie pendenti, hanno oggi subito uno stop a seguito della sospensione dell’attività processuale.
Questo non vuol dire che se il legale intende depositare una memoria, una comparsa di costituzione, un’istanza al giudice penale ecc… non possa farlo. Bensì significa semplicemente che, se per il deposito degli atti di cui sopra sussiste un termine, lo stesso è stato differito.
Ritengo quindi che tutto ciò che si possa fare da casa, senza dover uscire (invio di PEC, depositi telematici ecc…), sia buona norma realizzarlo proprio durante il periodo di permanenza forzata presso la propria abitazione.
Rimanere inerti durante il periodo imposto di “quarantena” comporterebbe peraltro un eccessivo carico di lavoro al rientro in studio, momento nel quale si dovrebbero affrontare tutte le questioni lasciate indietro durante il periodo di sospensione.
Pertanto, a parere di chi scrive, portarsi avanti con la redazione e il deposito di atti non può far altro che alleggerire il carico di lavoro che ci si troverebbe a sopportare al rientro ed inoltre, perché no, consente al legale, una volta tanto, di svolgere la propria attività con un po’ di calma.
COSA PUO’ CHIEDERE IL CLIENTE ALLO STUDIO LEGALE?
Certamente il cliente può chiedere “pareri” al suo legale ovvero informazioni, anche mediante sistemi di comunicazione come Skipe. Può proporgli attività che lo stesso legale potrà svolgere presso lo studio o, meglio, presso la propria abitazione, senza con ciò contravvenire ai dettati delle misure di sicurezza messe in atto dal Governo per il contenimento del contagio.
Quindi e per estrema sintesi è ammessa, da parte del cliente,
- la richiesta di tutto ciò che può comportare la redazione di atti dalla propria abitazione;
- la richiesta di deposito (telematico) degli stessi atti;
- la consulenza e le info;
- quant’altro è ammissibile con gli odierni servizi di comunicazione (mail, PEC, telefono, Skipe, ecc…).
Dovranno essere invece posticipate tutte quelle attività che necessitano di uno spostamento fisico sul territorio di qualsivoglia soggetto (come ad esempio la notifica di atti giudiziari mediante l’ausilio di Ufficiali Giudiziari, spedizioni postali, appelli penali con deposito cartaceo, ecc….), stante appunto le disposizioni governative accennate.
COME SI E’ COMPORTATO IL NOSTRO STUDIO?
Prima che il Governo emanasse le misure restrittive a cui siamo ancor oggi sottoposti, il nostro studio è stato precursore di questa lodevole iniziativa, che oggi sostiene caldamente, e che con questa comunicazione attualmente intende ribadire.
Ci preme sottolineare che la comunicazione di cui sopra è determinata soprattutto dal buon senso e dal rispetto della sanità pubblica, principi questi che, in situazioni come quelle attuali, dovrebbero albergare in ognuno di noi.
Uniti ce la faremo.
Con la speranza di aver fatto cosa gradita porgiamo a tutti i migliori auguri.